Racconti Erotici > Lui & Lei
> Dalle otto alle otto per ventiquattr'ore - Capitolo 6 - dalle 13 alle 14
Lui & Lei
Dalle otto alle otto per ventiquattr'ore - Capitolo 6 - dalle 13 alle 14
di Parrino
09.11.2022 |
882 |
1
"«Se il marito della signora è un pervertito come te», replichi..."
Tutto è talmente caratteristico da sembrare il set di un film. O, almeno, questo è quanto mi comunica il tuo sguardo ammirato e divertito una volta giunti a destinazione. Le onde del mare s'infrangono docili sul bagnasciuga a poche decine di metri da noi provocando un gradevole scroscio, l'unico suono che si avverte nella zona. Appena più in alto, su di un'ampia duna quasi al livello della strada, rivolta in direzione della carreggiata spicca la pescheria, un piccolo prefabbricato circondato da vasche in metallo piene d'acqua colme di mitili, crostacei e pesci d'ogni genere e dimensione.«Bottino ricco oggi», constati mentre ci avviciniamo alla struttura.
«Probabilmente è il nostro giorno fortunato», replico in tono allegro.
Ad accoglierci, un altro tassello atto a rendere quel quadro tanto pittoresco quasi surreale nella sua perfezione: l'unica persona presente è un donnone di mezza età alto e robusto, dal viso rubicondo e dall'aspetto energico. Appare cordiale e affabile mentre ci chiede cosa desideriamo. E, dopo aver asciugato le mani sfregandole contro il grembiule bianco che indossa su di un ampio vestito a fiori, imbastisce una pratica area ristoro in pochi istanti quando le rispondiamo che vorremmo mangiare qualcosa sul posto. Monta i piedi di uno dei tavoli in resina colorata accatastati in un angolo, sfila due sedie dello stesso materiale da una pila accanto ad essi per poi imbandire una tavola con tovagliette e tovaglioli di carta, bicchieri e posate di plastica e una bottiglia d'acqua fresca effervescente. In men che non si dica ci è dato accomodarci all'unico tavolo di quell'improvvisata trattoria.
Le ordinazioni vengono prese con altrettanta celerità da quella che si presenta come colei che gestisce quel locale, moglie e madre dei pescatori che ogni notte escono in barca per garantirci le prelibatezze che si appresta a farci assaggiare. Dopodiché si allontana, per cominciare ad armeggiare ai fornelli. Ogni tanto ci lancia uno sguardo fugace, sorridendo compiaciuta dalle effusioni che ci scambiamo seduti l'uno di fronte all'altra. Chiacchieriamo amabilmente del più e del meno intanto che le nostre dita corrono ad intrecciarsi e le nostre mani a stringersi, mentre i nostri occhi faticano a staccarsi da quelli dell'altro.
Eppure, la poca distanza tra noi mi sembra già troppa. Non passano che alcuni minuti prima che sposti la mia sedia sul lato del tavolo adiacente al tuo.
«Guarda che non scappo mica», dici ridendo.
«Perché rischiare?», ribatto.
Mi schiocchi un bacio sulle labbra prima che, lascivo, scivoli sul tuo collo per sentire di nuovo il sapore e l'odore della tua pelle, causandoti un brivido che ti fa sussultare quasi impercettibilmente. Proprio in quel momento, però, il donnone arriva con due piatti fumanti di risotto ai frutti di mare.
«Ecco a voi!», esclama posandoli sulla tavola con un sorriso materno e una grazia insospettabile.
Ringraziamo e ci tuffiamo in quel piatto abbondante, profumato e saporito, gustandolo fino a vuotarlo completamente nel giro di pochi minuti. Le seppie arrosto, l'insalata di polpo e la frittura mista di gamberi e calamari non sono da meno, come anche le grosse e fragranti fette di pane di grano cotto a legna e il vino bianco che accompagnano il nostro pasto. A concludere la più che soddisfacente esperienza, un fresco sorbetto al limone rigorosamente artigianale. E, a dare al tutto un retrogusto piccante, i baci che non disdegniamo di scambiarci fra una portata e l'altra, allenando le nostre lingue e facendole danzare in un abbraccio carico di promesse e voglie ben lungi dall'essere sopite.
Dopo aver pagato il conto, commisurato alla qualità del cibo e alla piacevolezza del servizio, ci alziamo per allontanarci. Non prima che il donnone si complimenti con una coppia che, a suo dire, le ricorda lei e il suo compagno di vita da giovani, quando il fuoco della passione ardeva imperioso durante i loro incontri e l'intesa traspariva evidente dai loro come dai nostri occhi.
Riprendiamo a camminare mano nella mano in direzione del mare, e poi virando per seguirne il perimetro.
«Chissà...», esordisci rompendo il silenzio caduto nel corso della passeggiata.
«Cosa?», chiedo incuriosito.
Sospiri, come a lasciar intendere un dilemma di portata quasi filosofica. «Se il marito della signora è un pervertito come te», replichi.
Scoppio a ridere prima di rispondere. «Ma come t'è venuto in mente?».
«L'ha detto lei - fingi di giustificarti - visto che aria sognante mentre ne parlava? Quei due avran fatto cose che noi umani non possiamo neppure immaginare, te lo dico io».
«Be', ci tornerò quando sarai ripartita e ti farò sapere di cos'è capace...».
«Buongustaio», mi punzecchi pizzicandomi il braccio.
Restiamo di nuovo in silenzio per un po'. Il tuo sguardo si sposta spesso da me al panorama, e ogni tanto chiudi gli occhi ascoltando il rumore delle onde, respirando a fondo l'aroma del mare, lasciando che il calore del sole investa la tua pelle, nutrendoti con ognuno dei tuoi sensi delle meraviglie riservateci da quell'oasi di pace.
«Aspettami qui», ti dico a un tratto.
«Dove vai?», chiedi posando i tuoi occhi ancora su di me.
«Prendo una cosa dall'auto, arrivo subito», replico sfiorandoti le labbra e lasciando la tua mano.
Raggiungo di corsa la vettura, frugando per alcuni secondi nel bagagliaio. Trovato ciò che cercavo, torno verso di te. Senza fretta, mi godo la tua bellezza già da lontano. Sei voltata verso il mare, con naturalezza porti la braccia dietro la nuca per sollevarti i capelli. Il vestito risale ancor di più lungo le tue gambe nude, scoprendo parte delle tue cosce tornite. C'è una grazia, una sensualità in te, qualcosa di inspiegabile che trapela da ogni tuo minimo gesto, che ti rende irresistibile ai miei occhi. Non riesco a distogliere lo sguardo da te mentre mi avvicino. E, per fortuna, non ti rendi conto che ti sono alle spalle. Con i tuoi capelli scostati dalle tue mani, la tua nuca e il tuo collo divengono facile preda delle mie labbra, la tua vita delle mie mani, e un tuo profondo respiro un chiaro invito a continuare ad esplorare la tua pelle di velluto.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.